di Stefania Ferrari
Per molti apprendenti di italiano L2 l’incontro con le discipline costituisce un momento traumatico, almeno quanto quello iniziale con la nuova lingua necessaria per comunicare e sopravvivere. I libri di testo e le spiegazioni degli insegnanti risultano spesso veri e propri ostacoli alla comprensione e all’apprendimento di quelle conoscenze che i compagni italiani stanno nel frattempo sviluppando. Ne risulta che spesso gli studenti si demoralizzano, rimangono passivi o indifferenti rispetto alle attività della classe, questo a scapito non solo dell’apprendimento ma soprattutto dell’inserimento nella vita scolastica e sociale.
Un ragazzo che deve frequentare la scuola in una lingua che conosce ancora poco ha certamente bisogno di attenzioni particolari se l’obiettivo è aiutarlo a raggiungere gli stessi traguardi dei compagni, in un tempo ragionevole e con la minor fatica e sofferenza possibili. Certo non è possibile che uno studente, superata la prima fase di inserimento, sia in grado di muoversi autonomamente nello studio. Per questo è necessario prevedere una fase ponte, di durata variabile, dove l’insegnante deve lavorare contemporaneamente sullo sviluppo di tre componenti: a) i contenuti del curriculum e delle aree disciplinari della classe di appartenenza; b) le competenze linguistiche in L2; c) le strategie di apprendimento. In questa fase l’utilizzo di testi semplici ad alta comprensibilità opportunamente didattizzati costituisce certamente un supporto importante ed efficace.
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